L’Appennino è territorio di arte e di manufatti di pregio. Risultato della “innata genialità” caratteristica della gente di montagna. Molte costruzioni antiche presentano nelle architravi e nelle pietre cantonali degli esempi di sculture di vario tipo e significato. Alcuni Artisti Montanari si sono distinti fra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVIII per le sculture in pietra e legno. Oggi abbiamo esempi artistici di altissimo pregio.
Arte a Toano Oggi:
- Il Coro Matildico ValDolo
- Il Coro Vocilassù
- Il Coro Le Maestà
- Il liutaio Guido Castagni
- Le Sculture di Giuseppe Schenetti
- Le Compagnie Teatrali: Il Buco e ll Buffone di Corte
- E’ nata la Compagnia Teatrale Giovanile di Toano
Arte a Toano Un Tempo:
- Sculture Lignee: i Ceccati, Michele Vignaroli e i Cerretti
- Le Evidenze Simboliche in Pietra
Il Coro Matildico ValDolo
Il coro Matildico ValDolo di Toano si dedica alla ricerca di vecchie melodie e canzoni popolari ed alla loro riproposizione in pubblico, opportunamente adattate per coro.
L’attività si estende anche al recupero di canti del repertorio sacro, rovistando negli archivi e manoscritti depositati in vecchi cofani sparsi nelle varie parrocchie della zona.
Il frutto di questo lavoro è raccolto in una pubblicazione di circa duecento pagine di redente uscita, …Dei montanari il Canto, edita dal coro stesso.
Per informazioni: Segreteria Coro ValDolo, Sig. Corsini Sandro – tel. 0522 805355
www.corovaldolo.it – info@corovaldolo.it
Coro Vocilassù
Il coro Vocilassù nasce nel 1995 con la fine dell’attività dello storico “Coro Valdolo” e affonda per questo le sue radici nella terra dell’Appennino reggiano e nella grande anima del canto tradizionale del toanese. Il nome è un felice suggerimento di Bepi De Marzi, il padre di Signore delle Cime. È diretto dal 2010 dal maestro Armando Saielli. Dalla nascita del coro, alla direzione si sono alternati Paolo Tavars, Antonio Pigozzi e Gaetano Borgonovi, quest’ultimo è attualmente collaboratore alla direzione.
Nella storia del Vocilassù: un concorso nazionale vinto, il trofeo A. Lanterna, Savignone, 1999, e gli album Vocilassù (2002) e Canto alla vita (2015).
Negli anni di attività ha realizzato diversi eventi musicali in collaborazione con realtà del territorio, come le rassegne Armonie di Natale, Toano Canta, il Festival Nazionale dell’Appennino Reggiano.
La nuova strada intrapresa dal Vocilassù porta il coro a esibirsi in iniziative musicali sotto forma di recital, come Addio mia bella addio, per i 150° anni dell’Unità d’Italia, e Cuori in trincea, per il centenario della Grande Guerra, e a collaborare con musicisti e strumentisti come Ezio Bonicelli, Lorenzo Munari, Grazia Bartoli, Carolina Cabassi, e cantanti quali il contralto Benedetta Mazzucato.
Da sempre a quattro voci virili provenienti da diversi comuni dell’Appennino delle province di Parma Reggio Emilia e Modena, il gruppo sta ampliando il suo repertorio verso canti d’autore italiani e stranieri contemporanei, con particolare attenzione al repertorio popolare legato alla sua terra d’origine.
Il Coro Le Maestà
Toano (RE) e Palanzano (PR)
I suoi componenti provengono dai comuni di Toano (Reggio Emilia) e Palanzano (Parma), due località geograficamente distanti, ma accomunate da antiche tradizioni di vita sociale e di lavoro che hanno la loro espressione più compiuta in un canto che, oltre le parole, gioca sui colori e sulle più delicate modulazioni della voce. Un canto di riflessione e di dialogo.
I coristi hanno ritenuto definirlo con la metafora delle “maestà” che costellano le strade montane fra Toano e Palanzano, tra le alte valli del Secchia e dell’Enza. Tante piccole costruzioni che, nel cammino d’ogni giorno, segnano le soste d’incontro con se stessi e con gli altri.
Tra panorami che hanno un loro incanto in ogni stagione, le maestà conoscono la fatica del cammino e la dolcezza della sosta che trasforma in bellezza dell’anima anche l’ordinaria quotidianità.
Grazie ad uno di questi incontri, il coro è nato nel settembre del 2009.
Il Liutaio Guido Castagni
Guido Castagni fa parte di una famiglia di artisti: il padre ha trasmesso a lui e agli altri suoi tre fratelli la passione per le belle arti. Insegnante di lettere alle scuole medie, Guido ha sempre avuto grande interesse per la musica, passione che lo ha ben presto portato a costruire i primi strumenti in legno. La grande attenzione e precisione nella costruzione di chitarre e violini, di cui cura sia l’aspetto estetico che quello armonico, lo hanno reso un conosciuto maestro liutaio. La radica dell’acero campestre (in dialetto opi) è impiegata per la costruzione del fondo e delle fasce del violino, il piano armonico è in abete rosso, il manico e la tastiera di olivo portano al ricciolo, nella realizzazione del quale è permesso al liutaio di esprimere al massimo la propria abilità. Anche gli accessori sono tutti costruiti a mano, le chiavette, il ponticello, l’archetto in crine di cavallo. Il tutto è pronto dopo 150 ore di sapiente lavoro.
Per informazioni: Guido Castagni, tel. 0522 805248
Le Sculture di Giuseppe Schenetti
Dopo le prime esperienze di carattere figurativo, Giuseppe Schenetti aggiunge al suo stile elementi astratti come solchi, incisioni, geometrie piramidali a gradoni. Si forma visitando mostre ed eventi legati ad artisti storici e contemporanei. Nella presentazione di Incontri d’arte – Ferrara – Giugno 2002, scrivono di lui “in una dimensione quasi religiosa e magica, è la scultura di Giuseppe Schenetti che, nella raffinata combinazione di materiali e di ermetiche “scritture”, reca segni di antica esistenza, di fascino remoto e arcano”. Partecipa a manifestazioni artistiche e concorsi a livello nazionale, fra cui: nel 1993 è finalista al Premio Europa Unita – Sassari, nel 2003 a Reggio Emilia, Collettiva Galleria Metamorfosi. Fa parte del “Circolo degli Artisti” di Modena.
Giuseppe Schenetti
Via Conte Sasso 44 – 42010 Quara di Toano (RE) – tel 0522 808144
Le Compagnie Teatrali
Compagnia Teatrale Il Buco
La Compagnia Teatrale Il Buco nasce nell’anno 1992 da un gruppo di amici che, per “ammazzare” la noia delle lunghe serate invernali, decide di cimentarsi nella difficile impresa di dare vita a personaggi del ricco teatro comico italiano. Senza aspettarsi applausi, che comunque il pubblico ha voluto generosamente elargire, le persone sono state capaci (con una bella faccia tosta..) di calcare le scene dei vari teatri locali. Come il tumulto del mare generò la natività di Venere, così la voglia di fare di questi amici ha dato vita alla Compagnia Teatrale Toanese Il Buco. Perché Il Buco? Prima di tutto per scaramanzia; in secondo luogo per ricollegarsi al motivo per il quale la Compagnia è nata: riempire il vuoto (per non dire il buco) di lunghe giornate tediose. Gli applausi? Un riempitivo in più!!
La Compagnia ha rappresentato a Toano, Quara e Felina:
“In città è un’altra cosa” di Emilio Caglieri (1992), “Mia moglie direttrice” di Franco Roberto (1995), “La fortuna si diverte” di Athos Setti (1997), “Veramente costui” spettacolo musicale ideato da Giorgio Battani (1998), “I vicini di casa” di Remo Secchi (1999), “Cerco mio sosia anche usato” di Franco Roberto (2000), “Il tempo non è galantuomo” di Franco Roberto (2001).
Attuali componenti della compagnia:
Giorgio Battani, Ernesto Bianchi, Vainer Cappucci, Vittorino Cappucci, Carlo Corsini, Giuseppe Costi, Maria Grazia Ferrarini, Maria Teresa Gazzotti, Marisa Ghirardini, Alberta Natalini, Daniele Sala, Sara Tamagnini, Zelia Tamagnini, Paolo Tavars, Maria Cristina Zobbi.
Personaggi e collaboratori della Compagnia dal 1992 al 1999: Anna Alberini, Domenico Bistri, Daniele Caselli, Stefano Ceresoli, Doris Corsini, Luigi Fiocchi, Sabina Ghirardini, Cardenio Paglia, Marcello Pozzi.
Costumi Maria Teresa Gazzotti, Maria Grazia Ferrarini
Suggeritori Giuseppe Costi, Marisa Ghirardini
Regia Tino Bianchi, Daniele Sala
Recapiti telefonici
Marisa Gherardini, tel 0522 805415 – Daniele Sala, tel 0522 805242 – Ernesto Bianchi, tel 0522 805548 – Paolo Tavars, tel 0522 805420
La Compagnia Teatrale ll Buffone di Corte
La Compagnia Teatrale Il Buffone di Corte nasce nel lontano 1982 da una felice intuizione di Ivo Rondanini. Nel 1996, con l’arrivo di nuovi personaggi, inizia il “nuovo corso” della compagnia. Lo spettacolo comico-musicale “Pavarotti show” e l’esilarante commedia “Duu matrimoni e ‘na manza” portano Il Buffone di Corte ai vertici del teatro amatoriale reggiano. Più di cento spettacoli nel biennio 97-98 in un crescendo continuo di pubblico.
Il 1999 non poteva iniziare nel modo migliore: nomination come migliore compagnia teatrale 1998-99, Oscar migliore attrice protagonista a Silvia Razzoli nell’importante rassegna teatrale regionale di Vezzano sul Crostolo creata da Antonio Bergianti e patrocinata dal Resto del Carlino.
Nel 2000 con la commedia “Tastrafulmina chi l’arev mai dett” Silvia Razzoli ripete il successo dell’anno precedente vincendo il secondo Oscar a cui si aggiunge la Nomination di Rino Giorgini e di Lorenza Tincani come migliori attori non protagonisti.
Il 2001 è l’anno della definitiva consacrazione dell’intera compagnia. La commedia “Ma comà l’è grand Milan” sbanca gli Oscar di Vezzano: migliore attrice protagonista Silvia Razzoli, migliore attrice non protagonista Lorenza Tincani, migliore compagnia e migliore scenografia ed una nomination come attore non protagonista a Rino Giorgini. Maschera d’oro per Silvia e Tapiro per Mario Saielli. Nello stesso anno la Razzoli si aggiudica anche il premio Simpaticissima al Teatro Al Corso di Rivalta.
Il 18 Gennaio 2003 avviene il debutto della nuova commedia: “Grata, Grata ma t’am ma fregh”. E la storia continua…
Per ulteriori informazioni: www.ilbuffonedicorte.it
La Compagnia Teatrale Giovanile di Toano
La Compagnia Teatrale Giovanile ha debuttato a Toano il 20 Aprile 2003 con la commedia brillante “Quel simpatico zio parroco”.
I componenti:
Albertini Daniel, Albertini Manuel, Cappucci Grazia, Cappucci Valentina, Caselli Luca, Caselli Valentina, Ghirardini Emiliano, Pè Andrea, Sala Davide, Walz Letizia.
Per informazioni:
Ernesto Bianchi, tel. 0522 805548

Sculture Lignee: i Ceccati, Michele Vignaroli e i Cerretti
L’arte del legno fu per i Ceccati solo un aspetto delle loro poliedriche attività: essi infatti parteciparono anche alla costruzione di edifici nel toanese, tra i quali il Campanile di Corneto, la Corte dei Ghirardini, etc. La stirpe artistica dei Ceccati di Stiano inizia con Domenico, capomastro e scultore, a cui viene attribuita la costruzione della Chiesa di Corneto. Il figlio Antonio progettò ed eseguì importanti opere architettoniche e scultoree in diverse località dell’Appennino Reggiano. Il più noto della famiglia è Francesco Domenico, con grande senso scultoreo, fantasia e vituosismo tecnico. Sono suggestivi esempi della sua opera matura la Copertura della Fonte Battesimale della Chiesa di Cavola, il Tabernacolo conservato nella Chiesa di Monzone e l’Ancona d’Altare della Madonna della Neve a Cavola.
Da Agosto 2005 l’Associazione Culturale Antonio Ceccati è l’ente gestore su incarico del Comune di Toano del ‘Centro Studi I Ceccati’ in Via Corneto, 2 – 42010 Corneto di Toano RE.
Referenti: Coriani Tiziana, 333 9782453 – Lombardi Giuseppe 339 4153338
Michele Vignaroli
Il suo stile si differenzia da quello di F.D. Ceccati, di cui fu allievo e collaboratore, per la minor evidenza plastica, ma non per minor virtuosismo di intaglio. Nascque a Casa Guglio, borgo di Toano, nel 1665. Giá negli anni ’80 eseguì lavori per la Chiesa di Corneto, fra cui la grande Ancona della Beata Vergine del Rosario, realizzata in vari tipi di legno intagliato.
I Cerretti
La dinastia dei Cerretti, con bottega a Casola di Montefiorino, fu artefice di numerose opere d’intaglio non solo nel Modenese, ma anche sull’Appennino Reggiano. I loro Cibori venivano trattati a pittura e doratura, come la maggiranza delle Ancone. Furono attivi per l’intero XVII secolo e il loro lavoro si ispirava a modalità decorative rinascimentali, con esiti di grande effetto. Esempio mirabile della loro opera il Ciborio nella Chiesa di San Michele a Massa di Toano.
Le Evidenze Simboliche in Pietra
Visitando i caratteristici borghi del toanese, si possono ammirare nelle case più antiche vari bassorilievi, i cui soggetti vanno dalle simbologie di arti e mestieri (incudine, scalpello, ascia…), alle figure di animali, con valenza propiziatoria, reminiscenza dei bestiari medievali, al simbolo della rosa a sei punte inscritta in un cerchio, la cosiddetta rosa celtica. Si trovano inoltre gli sporti apotropaici, ovvero teste di pietra dai visi scolpiti con tratti arcaici, derivate probabilmente da tradizione pagana.
Nel Toanese troviamo sporti ancor oggi ben conservati a Villa Bonicelli, Fazzagno e ai Bonzeti.
Vi abbiamo presentato alcune delle esperienze artistiche locali, invitiamo chi fosse interessato a partercipare alla sezione a contattare il Comune di Toano.